Quante volte andare in palestra a settimana?

Tra le domande più frequenti di chi si approccia allo sport c’è quale sia il numero ottimale di allenamenti settimanali, in virtù degli obiettivi fisici da raggiungere. Da una parte, esiste la credenza diffusa che allenarsi tutti i giorni possa condurci più velocemente verso i nostri traguardi; dall’altra, c’è la paura che praticare esercizio fisico quotidianamente possa addirittura essere nocivo. Falsi miti o verità? Ci risponde il nostro coach Iron Manager 👇

Esiste davvero il numero perfetto di allenamenti?

Non esiste una risposta valida per tutti. La frequenza di allenamento ottimale dipende da vari fattori: il livello di fitness del singolo, il suo background sportivo, l’età, gli obiettivi e la tipologia di allenamento – ad esempio, quelli con maggiore intensità richiedono tempi di recupero più lunghi.

In fin dei conti, ci basta pensare che gli atleti professionisti arrivano anche a 2 sessioni di allenamento al giorno: è la loro professione e la loro vita ruota attorno al costante miglioramento delle loro performance, al raggiungimento del massimo risultato in gara. Chi si occupa d’altro e si allena semplicemente per stare/rimettersi in forma o per una passione amatoriale, deve mettere in conto che lo stress dell’esercizio fisico si aggiunge a quello dedicato al lavoro o allo studio.

Quanto bisogna muoversi ogni giorno?

L’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) suggerisce di svolgere tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica settimanale, o circa 30 minuti al giorno di attività aerobica e allenamento contro resistenza. In linea generale, si consiglia di “muovere ogni giorno il proprio corpo”: mantenersi attivi preserva la nostra salute.

Quando possiamo considerarci attivi?

Possiamo calcolare come “movimento” tutto ciò che richiede al corpo di spendere energia. Se te lo stai chiedendo, la risposta è sì: portare a spasso il cane o fare le pulizie equivale ad essere attivi. Anche in questo caso, tuttavia, le valutazioni variano da soggetto a soggetto: per una persona allenata, 30 minuti di camminata ogni giorno potrebbero contare come movimento. Invece, per una persona sedentaria, che non pratica sport, potrebbero contare come vero e proprio esercizio fisico.

Conta di più quanto mi alleno o come mi alleno?

Secondo diversi studi, 6 allenamenti settimanali di resistenza ad alta frequenza non portano a maggiori benefici per la forza e l’ipertrofia di quanti ne porterebbero 3 sessioni settimanali, quando il volume e intensità sono equiparati.

Insomma, volume e intensità dell’allenamento, a livello di risultati, contano di più delle frequenza con cui pratichiamo sport. Spetta all’allenatore valutare lo scenario dell’atleta e individuare le scelte più opportune sulla distribuzione e programmazione degli allenamenti durante la settimana. Ad esempio, il coach potrebbe aumentare la frequenza degli allenamenti per raggiungere un aumento di volume, che altrimenti dovrebbe essere raggiunto con un numero inferiore di sedute in palestra.

Allenarsi tutti i giorni fa male?

L’attività fisica quotidiana può portare all’overtraining? In realtà, il rischio del sovrallenamento esiste solo per gli atleti professionisti che sopportano frequenze elevatissime di allenamento (come dicevamo, possono arrivare anche a due sessioni al giorno). Per il frequentatore medio della palestra, invece, il rischio è invece quello dell’overreaching: una sorta di overtraining più contenuto nei tempi, e sicuramente meno “grave”. Allenarsi tutti i giorni, tuttavia, non è l’unica causa che può condurre all’overtraining. Ecco le altre possibili cause:

• Programmazione di workout non adeguata

• Stress

• Fattori esterni

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Autore – Francesco Pignatti, alias Iron Manager, uno degli esperti di Vita Meals. Personal Trainer e nutrizionista sportivo, da oltre vent’anni, collabora con atleti olimpionici, professionisti della serie A, runners, bodybuilders, crossfitters e con chi vuole semplicemente ritrovare un equilibrio alimentare. Ha fondato una fitness community dove aiuta migliaia di persone a ritrovare benessere, fiducia e salute. Nei suoi libri “La dieta del gladiatore” e “La Guida Completa alla Dieta Flessibile” combatte stereotipi e convinzioni fuorvianti, con la missione di diffondere consapevolezza alimentare.